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Lassù, nell’alto dei cieli

 

di Paolo Pianigiani

 

da Emporium, ottobre 2013

 

Siamo in Collegiata e guardiamo in alto. Il soffitto distrutto durante la guerra, il 24 luglio 1944, per la caduta del campanile provocata dalle mine tedesche. Immaginate che devastazione…
Il bell’affrescone con la Gloria di S. Andrea, eseguito nel 1763 dal Meucci e dal collega riquadratore Del Moro, perso per sempre. Anche come immagine, perché nessuno aveva mai provveduto a fargli una fotografia.
Nel dopoguerra, ritirato su il tetto e il campanile, ci pensarono il Carmignani e il Gemignani, pittori nostri, a ridipingere in buon fresco tutta la superficie del soffitto.
Abbiamo messo a confronto una bella foto dell’affresco attuale con il bozzetto definitivo, di mano di Sineo Gemignani, che presenta ai margini anche i numeri per il trasferimento sul soffitto, via via piallettato dai muratori, secondo le giornate previste per il lavoro. Il paragone e i riferimenti sono puntuali. Il bozzetto che pure ci è rimasto, a firma di Virgilio, diverso nei contenuti, è da ritenersi quindi uno studio in corso d’opera.
E’ curioso notare come, resosi necessario l’impiego dei tondini di metallo a scongiurare una eventuale caduta, il confronto con il bozzetto sia ancora più calzante…
A completare l’illustrazione si riporta anche una foto del restauro in corso del soffitto: si nota come una parte dello stesso fosse rimasta integra, quella in fondo di chiesa sopra la porta principale. Furono così salvati almeno i due angiolini dipinti dal Meucci e poco d’altro. Il tutto è visibilissimo dato il colore più scuro che ancora caratterizza quella parte di affresco.
Che fu replicato, curiosamente, anche in una cappella in Sant’Agostino, anche quella affidata alle cure dei due pittori fiorentini in trasferta da noi, qui nel contado.
Ma la novità che qui vi si racconta è l’aver scoperto un altro affresco, realizzato a Firenze nella chiesa di Ognissanti da Giuseppe Romei nel 1770, che dovrebbe rendere l’idea di come doveva essere quello realizzato a Empoli. Ce lo dice il proposto Bucchi, dalle colonne della pubblicazione “Le Cento città d’Italia” uscito nel 1897:
Vincenzo Meucci poi vi dipinse l’ingresso in cielo di Sant’Andrea con gruppi d’angeli con vari strumenti e con molte altre figure. Fu compiuto nel 1736, e rammenta il soffitto della chiesa di Ognissanti in Firenze.
A parte che Don Gennaro sbaglia di 27 anni la data dell’affresco, ma l’indicazione che ci da’ è davvero preziosa: anche se il Romei dipinse la Gloria di San Francesco, e il nostro aveva come protagonista S. Andrea, patrono d’Empoli, le affinità quanto meno nella struttura generale ci sono. Come nelle due balaustre che si affrontano alle estremità del dipinto. I riquadri laterali richiamano quelli di Empoli, con poche varianti.
E considerando le date, è immaginabile a ragione come quello fiorentino derivasse da quello di Empoli. Infatti il Romei venne da noi, nel 1767, chiamato dalla famiglia Lami, per realizzare il quadro “Il Transito di San Giuseppe” nella loro cappella di Famiglia.
Insomma, prese appunti e replicò… e per una volta il contado anticipò il capoluogo.
Senza l’appunto del Bucchi, non l’avremmo mai scoperto. Grazie Don Gennaro!

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