ID 1313360359214776

Anna Maria Giusti

Miniatore affine al «Maestro di Sant’Alessio in Bigiano»

1270-80 ca.

 

da:

Empoli, Museo della Collegiata

Chiese di S. Andrea e di S. Stefano

Calderini Bologna, 1988

 

Libro corale senza segnatura: Messale per le domeniche e giorni festivi.

Ms. membranaceo con legatura moderna in legno e pelle, cm 51,5 x 34

Carte 206: 1 + 1 di guardia, recenti; cc. I e II inserto con Indice, posteriore.

Scrittura gotica, rubriche e titoli in rosso, sistema di sette tetragrammi.

Numerazione antica, in numeri romani sul verso, procede con lacune da I a CCXVIIII; numerazione araba moderna, sul recto, da 1 a 202.

La decorazione miniata a costituita da 20 iniziali istoriate e 62 decorate.

 

Le istoriate sono alle cc. 12v.

B (Benedictus es Domine): Redentore benedicente, cm 5 x 4,5. 17v.

L (Lux Fulgebit): Due personaggi tra i girari interni Bella letters, cm 9 x 5,5. 18v.

P (Puer natus est): Nativite, cm 19 x 8. II fregio marginale a pie’ di pagina include un frate francescano intento a scrivere, un suonatore e una figura grottesca seminuda. 20r.

E (Etenim sederunt): Lapidazione di Santo Stefano, cm 6 x 6. 22v.

I (In medio ecclesie): Cristo ammaestra i discepoli, cm 10,5 x 5. 27r.

I (In eccelso throno): Cristo e due profeti, cm 10 x 3,5. 29r.

O (Omnis terra adoret): Miracolo delle None di Cana, cm 9 x 8,5. 34v.

E (Exurge qua re obdormis): Cristo dormiente e un apostolo, cm 9,5 x 8. 42v.

D (Domine non secundum): Orante, cm 4 x 4. 58v.

D (De necessitatibus): Orante, cm 4 x 4. 67r.

D (Deus in adiutorium): Monaco orante, cm 4 x 4. 71r.

O (Oculi mei semper): Cri-sto libera un indemoniato, cm 10 x 8,5. 83v.

L (Letare lerusalem): Cristo e San Pietro nutrono la folla, cm 9 x 6. 88v.

D (Dum sanctificatus): Orante, cm 4 x 4. 176v.

E (Exaudi Domine): Cristo e Santo in preghiera, cm 5,5 x 6. 182r.

D (Dominus fortitudo): Cristo benedicente, cm 9 x 7,5. 185v.

E (Ecce Deus): Sant’Andrea (?), cm 8 x 7. 191r.

P (Protector noster): Santo in preghiera, cm 9 x 7. 193v.

I (lustus es): Santo, cm 9 x 3,5. 198v.

D (Da pacem): Santo in preghiera, cm 8,5 x 7,5.

 


 

Le iniziali decorate sono per lo più a ornamentazione interna con foglie acuminate, disposte in varie combinazioni; in alcuni casi includono anche piccole figurazioni grottesche, zoomorfe e antropomorfe.

Esse sono alle cc. 3v, 5v, 7r, 8v, 15r, 24r, 31r, 36v, 39v, 41r, 44r, 45r, 46v, 51r, 52v, 54r, 63v, 65r, 68v, 70r, 74v, 76r, 77r, 79r, 81r, 82v, 86r, 87r, 91r, 92v, 94r, 97v, 98r, 99v, 102r, 103v, 111v, 117v. 119v, 121r, 126r, 134r, 146r, 149r, 154r, 158r, 160r, 162r, 163v, 166v, 168v, 170v, 172r, 173v, 180r, 183v, 187r, 189v, 192r, 192v, 195r, 197r.

II corale, che è il più antico tra quelli confluiti nella Collegiata di Empoli, dovette essere destinato ad una chiesa francescana, come lascia ipotizzare la presenza di un frate francescano intento a scrivere, sul fregio marginale sottostante la Natività di c. 18v.

A Empoli i minori Osservanti si stabilirono in Santa Maria a Ripa solo alla fine del XV secolo: nel caso che il Messale, sicuramente duecentesco, provenga da quella sede bisognerebbe supporre per esso una di quelle “migrazioni” da un convento all’altro, tutt’altro che infrequenti per i codici liturgici.

Le numerose iniziali istoriate e decorate si susseguono con uniforme frequenza per tutto il corale, a richiamare l’attenzione dei cantori sull’attacco degli introiti festivi.

Alla ricchezza quantitative corrisponde tuttavia una costante semplificazione compositiva e decorativa dell’illustrazione: i fregi marginali sono quasi del tutto assenti, i motivi foliati interni alle decorate si compongono in combinazioni abbastanza ripetitive, come avviene per le rare droleries zoomorfe e antropomorfe, mentre tra le 20 lettere istoriate solo quattro mettono in campo una scena vera e propria, limitandosi le altre a presentare uno o due personaggi.

Tale norma di semplificazione illustrative, se certo 6 in dipendenza anche dal-le possibility o scelte economiche del committente, risponde ad un orientamento diffuso in molti filoni della miniatura del maturo ‘200, e che affonda verosimilmente le sue origini negli attivissimi «sciptoria» bolognesi, ove l’esecuzione della decorazione dei testi soprattutto profani ma anche religiosi «era sicuramente rapida, continua, paragonabile al ritmo di lavoro degli odierni autori di fumetti” (Conti 1981).

Analoghi caratterri stilistici ricorrono nel corale di Empoli e in un gruppo di codici presenti in diverse sedi toscane (Pistoia, Firenze, Grosseto), ricondotti all’unica personalità dell’anonimo «Maestro di Sant’Alessio in Bigiano” dal Conti (1971 e 1979), che per le strette attinenze con la miniatura bolognese del «primo stile” ipotizza per l’autore una formazione nel capoluogo emiliano.

 


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