Hayward Gallery, Londra, 3 aprile-15 giugno 1969
AFFRESCHI DA FIRENZE
Una mostra organizzata dalla Soprintendenza alle Gallerie per le province di Firenze e Pistoia
Il Consiglio delle Arti della Gran Bretagna
Con il Patrocinio di Sua Maestà la Regina
e
di Sua Eccellenza Giuseppe Saragat, Presidente della Repubblica Italiana
Traduzione di Andreina Mancini
MASOLINO DA PANICALE (TOMMASO DI CRISTOFORO FINI)
1383-dopo il 1435
Masolino nacque a Panicale, nei pressi di S. Giovanni Valdarno, nello stesso territorio di Masaccio, al quale il suo nome è spesso associato. Tra i maggiori pittori fiorentini del primo Quattrocento, la sua arte iniziò con uno stile più gotico – al quale è poi ritornato – rispetto a quello del suo collega. Probabilmente Masolino si formò a Firenze, forse nella bottega di Gherardo Starnina. Sicuramente prima del 1407 entrò a far parte della bottega del Ghiberti, e nel 1423 si iscrisse alla corporazione dei Medici e Speziali. Nel 1424 ricevette un pagamento per gli affreschi della chiesa di S. Stefano a Empoli e probabilmente il suo sodalizio con Masaccio iniziò poco dopo.
La Vergine col Bambino e Sant’Anna, ora agli Uffizi, è la loro prima opera comune. Insieme realizzarono il ciclo di affreschi nella cappella Brancacci di Santa Maria del Carmine. Entrambi gli artisti si recarono a Roma nel 1428; Masaccio vi morì e Masolino realizzò un ciclo di affreschi nella cappella Branda in S. Clemente.
Dopo la morte di Masaccio, Masolino tornò a uno stile più gotico, affine a quello dello scultore Ghiberti. Le sue ultime opere documentate sono gli affreschi del Battistero e della Collegiata di Castiglione Olona, completati entro il 1435.
TESTE
Affresco, 6ft 21in x 2ft 6in (190 x 76cm)
Chiesa di Sant’Agostino, Empoli
I documenti pubblicati da Poggi e Giglioli spinsero Procacci a ricercare i lavori che si sapevano eseguiti da Masolino nel 1424 nella cappella di Sant’Elena nella chiesa di Sant’Agostino a Empoli. Le sue scoperte, effettuate nel 1943, sono indicate in questa mostra con i nn. 19-22.
Il frammento fu rinvenuto sulla parete destra della chiesa e Salmi (1947) lo mise immediatamente in relazione con gli affreschi documentati della Leggenda della Vera Croce nella cappella di Sant’Elena.
Sulla scorta di un frammento raffigurante un mantello di ermellino, Salmi sostenne fra l’altro che il soggetto fosse Sant’Ivo e i pupilli.
A parte la Madonna di Brema (1423), questa è la prima opera nota di Masolino. Mostra il suo allontanamento dal mondo elegante e raffinato delle forme gotiche, a cui tornerà nelle opere successive nonostante l’impatto con Masaccio.
La visione luminosa e poetica ne fa una delle opere più piacevoli di Masolino. Le figure dell’affresco sono viste dal basso; un procedimento che ricorre in altri dipinti di Masolino, come l’Annunciazione della National Gallery di Washington, e in opere di altri artisti, come Francesco d’Antonio, intorno al 1425.
PAOLO DAL POGGETTO
L’affresco è stato rimosso nel 1957 da Dino Dini, con il metodo dello strappo, e trasferito su un pannello di masonite.
MEDAGLIONI DI SANTI
Affresco (in due strisce) 10 ft 4 in x 1 ft 61 in x 1 ft 11 in
(315 x 46 x 60 cm)
Chiesa di Sant’Agostino, Empoli
I documenti scoperti da Poggi e Giglioli consentono di datare questi busti al 1424. Erano affrescati sugli archivolti sopra l’ingresso della Cappella di Sant’Elena. Quando li pubblicò, Salmi sottolineò che sono opera di assistenti, con due sole eccezioni; il secondo dal basso su entrambi i lati. Paolo Schiavo potrebbe aver dipinto i due santi in alto, più vicini alla sommità dell’arco.
Nonostante la loro caratteristica eleganza, tutti mostrano, a parere di questo autore, la conoscenza di Masaccio, con il quale Masolino deve essere entrato in contatto anche in questa prima fase.
UMBERTO BALDINI
I medaglioni sono stati rimossi a strisce dagli archivolti con il metodo dello stacco. L’intervento è stato eseguito nel 1958 da Dino Dini.
LA PROVA DELLA VERA CROCE
Sinopia e frammento di affresco 1 ft 7 in x 8 ft 5 in (353 x 258 cm)
Chiesa di Sant’Agostino, Empoli
FIGURA DI SANTO
Sinopia, 7ft 101in x 1 ft 61in (240 x 47cm)
Chiesa di Sant’Agostino, Empoli
Dai documenti risulta che Masolino fu pagato 74 fiorini d’oro per decorare una cappella nella chiesa di Sant’Agostino e che il suo lavoro fu probabilmente completato entro il 2 novembre 1424. Il primo compito fu quello di individuare la cappella.
Purtroppo degli affreschi rimaneva ben poco, perché nell’agosto del 1792 i frati dell’adiacente convento avevano deciso, con 6 voti favorevoli e 1 contrario, “di spogliare e intonacare [le pareti] poiché non si può ritenere né dannoso né poco popolare demolire le rozze e inutili pitture che vi sono ora, per dare alle pareti un colore più attraente”.
È una sorta di compensazione il fatto che le sinopie degli affreschi distrutti siano state recuperate. Esse non solo rappresentano un importante contributo alla conoscenza di Masolino, ma possono anche essere annoverate tra le più belle sinopie del primo Quattrocento rimaste.
I disegni presentano in gran parte contorni chiari e decisi, raramente un accenno di ombreggiatura e nessun ritocco. Le composizioni sono magistrali nell’organizzazione dello spazio. Le sinopie possiedono, infatti, la delicatezza e l’eleganza per le quali i dipinti di Masolino sono ammirati.
UGO PROCACCI
Le sinopie sono state rimosse da Dino Dini nel 1959-60, con il metodo dello stacco, e fissate a una struttura rigida di masonite rinforzata. Una parte dell’affresco originale è ancora visibile nel n. 21; la sua esposizione con il simpfir aiuta a fare un confronto tra i due. L’area bianca del n. 21, a forma di piccola finestra, corrisponde a una nicchia nella parete che Masolino ha dipinto a trompe l’oeil.
Rappresenta una natura morta, ed è ancora al suo posto originale nella chiesa di Sant’Agostino, anche se presto verrà staccata dal resto.
- Salmi, Masaccio (1947). p. 84 (con bibliografia).
- Baldini, in II Mostra di Affreschi Staccati (Cat.della mostra, Forte di Belvedere, Firenze 1958), n. 411, p. 36 (S. Ivo).
- Micheletti, Masolino da Panicale (1959), pp. 22 f. (con bibliografia).
- Procacci, Sinopie e Affreschi (1961), pp. 61, 217.
- Dal Poggetto, in Arte in Valdelsa (Cat. della mostra, Palazzo Pretorio, Certaldo 1963), n. 32, pp. 40 f. [S. Ivo].
- Berti, Masaccio (1964), pp. 67 f.