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Dal Piccolo, 30 agosto 1925,

(in fondo all’articolo si legge appena 8 dicembre 1924)

 

APPUNTI DI STORIA E D’ARTE

(1524-1924)

 

Ringrazio Andreina Mancini per la trascrizione del presente articolo dal Piccolo Giornale della Valdelsa, presente nell’Archivio di Emilio Mancini.  (p.p.)

 

A chi riguardi, in fine di quest’articolo, la data appostavi dall’A., verrà fatto di notare che essa rimonta a nove mesi fa, cioè a dire all’8 dicembre dell’anno decorso, in cui si completa il IV Centenario della traslazione in Empoli della Statua della SS. Concezione detta “la Madonna di S. Lorenzo”. La sospensione della pubblicazione del Piccolo fu causa del ritardo, che del resto nulla toglie all’interesse delle coscienziose ed erudite ricerche dell’egregio can. Olinto Pogni. A lui rinnoviamo pubblicamente il nostro ringraziamento vivissimo. (n.d.d.)

 

 

Sono quattro secoli, e si compiono proprio in quest’anno, che il popolo empolese venera nella sua maggior chiesa l’Imagine della Vergine “sine labe Concepta”, che fu già della Confraternita della SS. Concezione in S. Maria a Ripa.

Son quattrocento anni che, nel giorno della festività dell’Immacolato Concepimento di Maria, dal cuore di migliaia e migliaia di devoti si sprigiona con l’affetto più intenso e soave, con la speranza più forte e gioconda, echeggiando per le volte del vasto tempio, il saluto a Colei che è, secondo il detto di S. Chiesa, la Letizia del popolo cristiano: Tota pulcra es, Maria!

L’Imagine è una bella statuetta in terra cotta colorata, alta cm. 94, opera del secolo XV. Ha veste bianca con fiorellini d’un color di rosa pallido, e dalle spalle le scende ai piedi un manto di colore ceruleo cupo. Non sappiamo chi ne sia l’autore, ma forse è uscita da una delle rinomate fabbriche di Montelupo, o dei dintorni, e probabilmente lavorata nel 1450, quando si fondò presso la chiesa parrocchiale di S. Maria a Ripa la Compagnia laicale, sotto il titolo stesso della SS. Concezione. E’ collocata in un tabernacolo di legno, che ha la base dorata, sulla quale sono scolpite a bassorilievo quattro figure intere. Se non mi sono ingannato, rappresentano i Santi Giovacchino ed Anna quelle due di mezzo, le altre un pastore recante sulle spalle un agnello, quello che rimane a sinistra dell’osservatore (forse Abele?) e, quella a destra, una donna in atto devoto che non saprei se possa essere l’Anna figlia di Fenenna ricordata dalla S. Scrittura.

     Il tabernacolo sta in una nicchia, ornata di fiori ed angeli in stucco, scavata nella parete dell’altare nella crociera dal lato del Vangelo, presso l’antica sede della Compagnia di S. Lorenzo, che oggi costituisce il locale della Pinacoteca della Collegiata. Ma una volta la detta imagine era collocata in quel tabernacolo (o nicchia), anche essa scavata nella muraglia sopra la porta della Cappella stessa di S. Lorenzo, dal lato interno: tabernacolo, che ha oggi il vano chiuso con muramento, e nel frontespizio della cornice in pietra lavorata scolpito un cartellino dorato, ove leggonsi le parole: MARIA MATER GRATIAE.

     L’anno 1524, per cagione di ruina avvenuta al fabbricato ove tenevano loro sede, i Fratelli della ricordata Confraternita della SS.Concezione di Ripa si rifugiarono in Empoli, presso la Collegiata, alleandosi con quelli della Compagnia di S.Lorenzo, che ivi risiedevano, dando ad essi in custodia, oltre a vari arredi, la Statua della loro Immacolata, con esplicito patto “che potessero ripetere della statua a disposizione; che essi potessero essere del numero dei Fratelli della stessa Compagnia di S. Lorenzo; che nei partiti della Compagnia di S.Lorenzo fossero ammessi non soltanto al banco dei primi Uffiziali, ma che ne fossero, sempre, due di questi, che avessero il voto elettivo, ancora nella collazione della Cappellania che conferisce detta Compagnia; che si debba scoprire la predetta Imagine a’ nostri Fratelli, e questi cantare la Tota Pulcra in atto di  giurisdizione, in una delle Feste di Pasqua, con la Compagnia”. Tali patti, che pur ritengo veri, sono specificati e così dichiarati in una carta esistente nell’Archivio capitolare della Collegiata, in cui vien detto, in principio, che le notizie che contiene son date, l’anno 1716, dal Can.co Ricci al P. Bonaventura di Empoli. Ma in quella carta è affermato che la detta unione delle due Compagnie, di S. Lorenzo di Empoli e della SS.Concezione di Ripa, ed in conseguenza la traslazione della ricordata Imagine, avvenne “nell’anno 1453, a tempo di Sisto quarto, Sommo Pontefice, e del Padre Cittadelli Guardiano di S. Maria a Ripa, avendo rogato l’atto Ser Barnaba di Nanni da Empoli” e che, per di più, “il Notaro che rogò l’atto, per ragione della guerra, fuggì a Lucca con il suo protocollo e ivi morì”.

     Che la data ivi posta sia affatto errata, è chiaro abbastanza; ricordandovisi Sisto IV che ascese al soglio pontificale nel 1471, e un Padre, Guardiano di S. Maria a Ripa, mentre i padri francescani ebbero in dono dagli Adimari quella Chiesa nel 1483.

     Ma la data, senza dubbio, vera, ce la dà il campione beneficiale, segnato A. della stessa Collegiata, esistente pur esso nell’Archivio del Capitolo ove (a pag.145 v.) si legge: “Compagnia della Concizione di M.V. contigua alla detta Chiesa (di S. Maria a Ripa): si mantiene, in parte, con le sue entrate e parte con l’elemosine; fu eretta e fondata nel 1524, et essendo dopo rovinata, si ritirarono i fratelli di quella Compagnia in S. Lorenzo d’Empoli nel 1524, portandovi l’Imagine della B.V., che in oggi si ritrova in un tabernacolo sopra all’uscio di detta Compagnia di S.Lorenzo; e di poi fu la detta Compagnia della Concezione restaurata e ridotta nella forma che è di presente, nel 1580, e ciò si ritrova dai capitoli di quella.” E a p.128 v. dello stesso Campione: “La fratellanza della Compagnia suddetta (di S.Lorenzo) con quella di S.Maria a Ripa seguì per rogito di Barnaba di Nanni da Empoli, come risulta da un libro bianco che sta in questa Compagnia ”. Oggi non abbiamo notizia, né dove trovisi il ricordato Libro bianco, né il contratto di mano del Notaro empolese dei rogiti del quale ho fatto ricerche, senza alcun frutto, all’Archivio di Stato di Firenze, ma non abbiamo ragione di dubitare sulla verità di quanto viene affermato relativamente al detto rogito.

     Il 6 maggio 1717, celebratasi una solennissima festa in onore della SS.Concezione, si trasferì l’Imagine nella Cappella ove di presente si trova, cappella ridotta a stile moderno e barocco, con decorazioni e figure di angeli, di mano del celebre stuccatore Portogalli, e pitture del Ferretti, nella soprastante cupoletta (Cfr.Camp.d°.p,127v). Negli angoli delle pareti e negli imbasamenti di detta cupola si leggono stampate in oro le seguenti parole della Cantica, dalla Chiesa riferite alla SS.Vergine:

 

SPECVLVM SINE MACVLA – QVASI AVRORA CONSVRGENS – PULCRA UT LVNA – ELECTA VT SOL – PORTA HAEC CLAVSA ERIT – IPSA CONTERET CAPVT TVVM.

E sull’arco della stessa Cappella:

QVASI CEDRVS – CONCEPTV NON MINUS QVAM OBITV – INCORRVPTA.

 

     Il tabernacolo, ove la statua fu collocata, ebbe una doppia serratura, di cui le chiavi tenevano due degli Officiali della Compagnia di S. Lorenzo: forse il Correttore ed il Governatore.

     Oltre gli oggetti votivi che, in parte, vi si conservano anc’oggi appesi, mentre chi sa mai quant’altra parte ne è andata distrutta, e alcuni arredi preziosi che adornano, nelle varie festività, la Cappella e l’altare, stanno a testimoniare la ininterrotta devozione verso la cara Imagine alcune iscrizioni, tra cui quella che ricorda il pavimento in marmo col quale volle abbellita la cappella medesima la pia signora Caterina Giubilei, scavandosi sotto di quello la sepoltura, e altra ricordante i restauri del 1885. Ambedue integralmente le riferisco:

 

  1. T. O. M. – CATHARINA DE IVBILAEIS – VIRGINI SINE LABE CONCEPTAE – VIRGINITATE SVA COMMENDATA – MARMOREVM HOC PAVIMENTVM – VBI DEPONI VOLVIT – ITA STERNI DISPOSVIT – OBIIT DIE XXI APRIL. A.D. MDCCXXXIX.

   SACELLVM HOC IMMACVLATAE CONCEPTIONIS DEIPARAE EX PIORVM LARGITIONIBVS RESTAVRATVM – A. D. MDCCCLXXXV.

     Alcune volte si è, nei secoli trascorsi, recata l’Imagine veneratissima in processione per le vie del paese per ottenere dalla Vergine Immacolata speciali grazie: come avvenne, non so precisamente con quale scopo determinato, nel 1740, e nel 1779, per impetrare, dopo lungo tempo di siccità, la pioggia, che fortunatamente, e direi quasi prodigiosamente, si ottenne dopo ventiquattr’ore che si era fatta la devota processione. Di quest’ultima rimane scritto il ricordo che forse uno degli scaccini o un qualche chierico di sagrestia volle firmare di propria mano, a penna ed inchiostro, nella parte interna di uno degli sportelli di un armadio per gli arredi sacri, che oggi trovasi nella stanza presso la Cappella del SS.Sacramento, detta del Corpus Domini:

     “A dì 25 aprile  1779 fu menata a processione la SS.Vergine di S. Lorenzo per essere stato senza piovere giorni 128, e doppo ore 24, piové un’acqua consolata, con consolazione. E dì 3 maggio, piena.”

     Un fatto spiacevole avvenne in occasione della festa del 1740, sopra ricordata, che conviene riferire, servendo a dimostrare, ancora una volta, il conto che si aveva dell’antica e devota Imagine, e lo riferisco con le stesse parole come l’ho trovato registrato: “Si avverta, che sotto il 28 dicembre 1740, il Luparelli di Colle, Cancelliere di questa Comunità (di Empoli) con l’occasione che l’Imagine di M. Vergine detta di S. Lorenzo, si dovea portare in processione per le cause che si dicono al Libro dei Partiti di detta Compagnia, pretese di far porre una nuova chiave al chiusino di detta Imagine, senza farne motivo alcuno nè alli Offiziali, nè ad altri; il che fu impedito; anzi fu obbligato il Bartoletti, magnano, levarla, dai fratelli accorsi a questa novità, lo che partecipato al ridetto Ill.mo Sig. Proposto Forti, fattonegli stesso negozio con Monsignore Arcivescovo Giuseppe Maria Martelli, il Magistrato dei Nove ratificò il Decreto del 1717, fatto da Monsignore Della Gherardesca, toccante questo particolare; ordinando a detto Cancelliere il desistere da tal pretensione, e non se ne ingerire per l’avvenire; anzi gli ordinarono raccomodasse il chiusino in maniera che non si vedesse più il foro di detta chiave. Vedi la copia della lettera di Monsignore, nei ricordi della Propositura, e l’originale diretto al detto Sig. Proposto esistente nell’armadio delle scritture del nostro Capitolo, in filza. La lettera è del 6 gennaio 1740” (s. c. 1741).

     Il Decreto è il seguente: “Pro Societate S. Laurenti Terrae Emporii. Addì 12 ottobre 1717. L’Ill.mo e Rev.mo Arcivescovo di Firenze a cui s’aspetta privatamente di porre in stato di buon ordine il culto delle Sacre Immagini, riflettendo all’operato sin qui riguardante la traslazione e custodia della pia Imagine di Maria sempre Vergine chiamata della Concezione, che già fu nella Ven. Compagnia di S.Andrea (dovrebbe dire: di S.Lorenzo), oggi collocata nella Parrocchial Chiesa Collegiata pur di S.Andrea della Terra d’Empoli; primieramente dichiarò e dichiara che le due chiavi che custodiscono il Deposito di detta pia Imagine in detta Chiesa Collegiata, tenute sin ora in luogo terzo a disposizione di S.S.Ill.ma e Rev.ma restino e restar devino ambedue come prima in mano dei soliti Uffiziali pro tempore di detta Compagnia, e secondariamente che non sia mai lecito e permesso ad alcuno di esporre al pubblico culto la detta pia Imagine e molto meno di condurla processionalmente da un luogo all’altro, ancorchè di ritorno alla sua detta Chiesa, senza la precedente licenza in scritto di S.S.Ill.ma e Rev.ma e dei suoi successori nella Chiesa fiorentina, sotto pena della perdita ipso facto d’ogni lor ragione che havessero, o pretendessero sopra l’antedetta Imagine; et altre ad arbitrio di S.S. Ill.ma e Rev.ma, o dei Successori predetti, e così intimarsi a chi occorra, etc. etc. Tommaso Buonaventura Arcivescovo di Firenze” (Vedine l’originale in Filza di Cancelleria dal 1716 al 1718, segnato X/XV/6 circa medium, in Archivio arcivescovile di Firenze).

     Così si è fino ad oggi proseguito, credo senza altri inconvenienti e con tanta devozione, a celebrare le feste in onore di quell’Imagine talora anche con straordinaria solennità, come si fece l’ultima volta in occasione del cinquantesimo anniversario della proclamazione del dogma di fede dell’Immacolato Concepimento di Maria SS.ma. Che se in questa ricorrenza della sua traslazione, non fu con maggior apparato nè speciale solennità celebrata tal festa, non derivò certo da scemata devozione del popolo empolese verso la cara Imagine della Madonna, bensì dalla coincidenza di questa con l’altra in onore del Crocifisso delle Grazie, che nel decorso agosto in Empoli si celebrò in un modo straordinariamente solenne e con tutta la pietà e l’entusiasmo di cui è capace l’animo di un popolo religioso.

     8 Dicembre 1924

                                                                                                                                     OLINTO POGNI

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