La storia di Milton

Milton Gendel è nato a New York il 16 dicembre 1918. Dopo aver preso una laurea in materie scientifiche nel 1940, Gendel decide di volgersi agli studi artistici, frequenta corsi di pittura, ma soprattutto frequenta un master alla Columbia University sotto la guida di Meyer Schapiro. Sarà assistente di Schapiro dal 1939 al 1941, e farà suoi alcuni dei capisaldi del pensiero di Schapiro sull’arte. Alla Columbia incontra Robert Motherwell di cui diventerà buon amico fino allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Tra il 1942 e il ‘44, prima di essere imbarcato per la Cina con l’esercito americano, Gendel conosce André Breton e gli altri surrealisti arrivati a New York grazie all’intervento di Peggy Guggenheim per sfuggire alla guerra. La loro frequentazione segnerà per sempre il suo modo di vedere il mondo e di rappresentarlo attraverso le fotografie. Nel 1944 sposa Evelyn Wechsler, con la quale conviveva già da qualche anno.

Nel 1945-46 è in Cina, a Shanghai, poi a Formosa. Lì prende parte alle operazioni coordinate dall’esercito USA per il rimpatrio dei giapponesi dopo la sconfitta. È in questi due anni che Gendel comincia a fotografare, facendosi prestare una Leica da un amico.

Finita la guerra Gendel torna a New York e lavora come critico e storico dell’arte freelance collaborando in particolare ad alcune pubblicazioni sull’arte americana. Nel 1949 chiede e ottiene una borsa di studio Fulbright per tornare in Cina. Ma proprio in quell’anno la situazione in Cina è molto cambiata: il nuovo governo comunista di Mao Zedong non accetta giovani borsisti americani, così Gendel è costretto a rinunciare alla destinazione orientale e sceglie di venire a Roma, dove è già stato durante un viaggio attraverso tutta l’Europa fatto nel 1939, poco prima dello scoppio della guerra. La sua borsa Fulbright finanzia uno studio sui cambiamenti urbanistici nei centri storici italiani dall’unità d’Italia alla seconda guerra mondiale.

Nel dicembre 1949 comincia dunque la vita italiana di Gendel che, per scelta o per caso, non è mai più tornato a vivere negli Stati Uniti. Nei primi anni Cinquanta frequenta Mimì Pecci Blunt e, attraverso Cipriana Scelba, direttrice del Centro Studi Americani di Roma, diventa molto amico di Bruno Zevi. Questi a sua volta lo presenta ad Adriano Olivetti, di cui diventerà collaboratore come consulente culturale e per la pubbliche relazioni internazionali dal 1951. Diviene assiduo frequentatore dell’ambiente dei giovani artisti romani: è amico, tra gli altri, di Tancredi, di Toti Scialoja, di Alberto Burri e Piero Dorazio. Scatta numerosissime fotografie a Roma e nei suoi viaggi in Italia, soprattutto con una macchina fotografica Rolleiflex. Celebre il suo viaggio in Sicilia con la fotografa americana Marjory Collins. Pochi mesi dopo il suo arrivo a Roma si separa dalla moglie Evelyn, il divorzio arriverà però solo nel 1962.

Nel 1954 si iscrive all’Associazione della Stampa Estera in Italia come corrispondente per ART News e nel dicembre dello stesso anno esce il suo lungo articolo “Burri Makes a Picture” che darà una forte spinta alla conoscenza della pittura di Burri negli USA. Nel 1958, dalla relazione con Vittoria Olivetti, nascono i suoi primi due figli, gemelli, Natalia e Sebastiano. Ma questa relazione non dura e nel 1962 sposa Judy Montagu con cui avrà nel 1963 un’altra figlia, Anna.

Durante gli anni Sessanta continua la sua collaborazione con ARTNews e scrive per altri giornali e riviste (italiani ed esteri), mentre il suo appartamento all’Isola Tiberina in Palazzo Pierleoni Caetani – dove si è trasferito nel 1958 – diventa uno dei salotti più interessanti a Roma, frequentato da personaggi della mondanità culturale come Peggy Guggenheim e sua figlia Pegeen, e dell’aristocrazia italiana e internazionale come Princess Margaret d’Inghilterra, cara amica della moglie Judy, o il principe Carlo Caracciolo di Castagneto. Nel 1971 prende in affitto un appartamento al terzo piano di Palazzo Costaguti in Piazza Mattei e vi stabilisce il suo studio. L’appartamento diventerà dal 1982 al 2007 il suo domicilio principale. Nel 1972 muore la moglie Judy.

Nel 1977 viene nominato co-commissario per il padiglione degli Stati Uniti alla Biennale di Venezia. A Roma, alla Galleria Marlborough ha luogo la sua prima vera e propria mostra fotografica. Un’altra sua mostra fotografica si tiene a Venezia dal 14 settembre al 31 ottobre dello stesso anno, alla Galleria Barozzi.

Nel 1981 sposa Monica Incisa della Rocchetta e nello stesso anno l’American Academy in Rome gli dedica una mostra. Sempre negli anni Ottanta altre due occasioni espositive per le sua fotografie: nel 1983 alla Galleria Il Ponte e nel 1986 alla Galleria Il Segno di Roma. Nel 1988 il suo caro amico Giovanni Carandente lo invita a far parte del comitato consultivo della Biennale di Venezia con Lorenza Trucchi e Marisa Volpi.

A partire dal 2004 si susseguono una serie di mostre che lo inseriscono a buon diritto tra i grandi fotografi del Novecento. Nel 2011 dona la sua biblioteca, l’archivio fotografico e una parte della sua collezione alla Fondazione Primoli in cambio del comodato d’uso di un appartamento al primo piano, con loggia sul Tevere, dove collocò il suo studio e continuò a lavorare attivamente fino alla sua scomparsa, nel 2018.