La città, 1950-51
Oil on canvas, 38 3/8 x 51 in. (97.3 x 129.4 cm). Gift of Mrs. Gilbert W. Chapman. Acc. no.: 508.1965.
Museum of Modern Art (MoMA), New York, USA
Permission for usage must be provided in writing from Scala.
Bibliothèque, 1949
Artwork Location: Musee National d’Art Moderne – Centre Pompidou, Parigi, Francia
Permission for usage must be provided in writing from Scala.
Venetian Festival (Fête vénitienne), 1949
Oil on canvas
65 x 100 cm
Private collection, France, Courtesy Galerie Jeanne Bucher Jaeger, Paris-Lisbon
The Hallway or The Interior (Le Couloir ou intérieur), 1948
Oil and graphite on canvas
46 x 55 cm
Private collection
Maria Helena Vieira da Silva (1908-1992)
História Trágico-Marítima ou Naufrage, 1944
Inv. 78PE97
Photo credits:
Photographer: Mário de Oliveira
CAM-Centro de Arte Moderna Gulbenkian, Lisbon
Ballet Figure (Figure de ballet), 1948
Oil and graphite on canvas
27 x 46 cm
Courtesy Galerie Jeanne Bucher Jaeger, Paris-Lisbon
The Card Game (Le Jeu de cartes, 1937
Oil and graphite on canvas
73 x 92 cm
Private collection, France-Portugal
La Scala or The Eyes (La Scala ou Les Yeux), 1937
Oil on canvas
60 x 92 cm
Courtesy Galerie Jeanne Bucher Jaeger, Paris-Lisbon
The Tiled Room (La Chambre à carreaux), 1935
Oil on canvas
60.4 × 91.3 cm
Tate, Accepted by HM Government in lieu of tax with additional assistance from the Nicholas Themans Trust, 2014
Self-Portrait (Autoportrait), 1930
Oil on canvas
54 x 46 cm
Comité Arpad Szenes – Vieira da Silva, Paris
Dopo un saluto ai giornalisti e ospiti presenti, la direttrice Karole P. B. Vail ha sottolineato l’importanza di questo omaggio a Vieira da Silva, tra le voci più originali della scena artistica del XX secolo.
“Questa personale rappresenta un’occasione unica per esplorare l’evoluzione del linguaggio visivo di Vieira da Silva e il suo straordinario approccio alla rappresentazione dello spazio”, ha affermato Vail, proseguendo “E non è un caso che sia organizzata alla Collezione Peggy Guggenheim.
C’è infatti un legame profondo tra Vieira da Silva e Peggy Guggenheim. Nel 1943, Vieira da Silva venne inclusa nella storica mostra “Exhibition by 31 Women” organizzata da Guggenheim nella sua galleria newyorkese Art of This Century. E non solo, Hilla Rebay, prima direttrice del Solomon R. Guggenheim Museum, le acquistò nel 1937 Composizione (1936), che fa parte ancora oggi della collezione del museo americano ed è esposta in occasione della mostra qui a Venezia”.
“Vieira da Silva con i suoi quadri-astratto figurativi del passato ci illumina sul presente”, ha poi proseguito la curatrice Frigeri. “I suoi giocatori di carte e di scacchi ci invitano a riflettere sul destino individuale fatto di mosse e contromosse più o meno prevedibili.
Le sue città tentacolari sono spazi che ci accolgono fisicamente, ma sono anche proiezioni mentali che catturano l’idiosincrasia della realtà urbana. I quadri fatti durante la seconda guerra mondiale evocano il dramma dell’umanità e la propria sofferenza in una forma universale che trascende il passato e presagisce il presente”
Attraverso una selezione di circa settanta opere chiave, provenienti da prestigiose realtà museali internazionali, tra cui Centre Georges Pompidou, Parigi, GuggenheimNew York, Museum of Modern Art, New York, Tate Modern, Londra, nonché importanti gallerie, tra cui Jeanne Bucher Jaeger, Parigi, e istituzioni culturali, quali Comité Arpad Szenes – Vieira da Silva, Parigi e Fundação Arpad Szenes – Vieira da Silva, Lisbona, questa mostra offre uno sguardo approfondito e del tutto inedito sull’evoluzione del linguaggio visivo di Maria Helena Vieira da Silva (Lisbona, 1908 – Parigi, 1992).
Mettendo in luce il forte rapporto tra astrazione e figurazione, l’esposizione ripercorre i momenti più significativi della carriera di Vieira da Silva, dagli anni Trenta alla fine degli anni Ottanta, e pone l’accento sul suo interesse per gli spazi architettonici, in cui il confine tra paesaggi urbani reali e immaginari si dissolve, andando ben al di là dei riferimenti formali alla cultura visiva portoghese e ai movimenti d’avanguardia come il Cubismo e il Futurismo.
Ciò che di nuovo emerge dall’esposizione è il riconsiderare il suo lavoro come indipendente dal movimento Informale, a cui in passato è stato spesso accostato, e riconoscere invece come fondamentali sia la sua esperienza a Parigi, dove si trasferisce fin da giovane per motivi di studio, sia il periodo dell’esilio a Rio de Janeiro, dove si rifugia con il marito Arpad Szenes, anch’egli artista, durante la Seconda guerra mondiale e dove crea una fitta rete di contatti.
Nata a Lisbona e formatasi tra Parigi e Lisbona, Vieira da Silva trasforma l’idea di spazio in una delle tematiche centrali della sua opera, coniugando tradizione e modernità. Le sue composizioni, caratterizzate da strutture labirintiche, ritmi cromatici e prospettive frammentate, catturano l’essenza di un mondo in perenne trasformazione.
Opere come La camera piastrellata o Figura di balletto riflettono il suo interesse per l’architettura e il movimento, dove la distinzione tra figura e sfondo si dissolve, lasciando emergere una visione profondamente personale dello spazio. Vieira da Silva ha sempre vissuto l’arte come un’estensione del suo essere.
Come sottolinea la curatrice Frigeri nel saggio del catalogo, l’artista era “una creatura dello studio”: l’atelier era un luogo che non solo rappresentava il suo spazio di lavoro ma che diventava spesso soggetto delle sue opere.
Influenzata dai suoi studi di scultura e anatomia, nonché dai grandi maestri del passato come Paul Cézanne e dai movimenti d’avanguardia del Novecento, Vieira da Silva sviluppa un linguaggio pittorico unico, in cui la fisicità dello spazio si intreccia con le dinamiche della memoria e del tempo.
La mostra è accompagnata da un ricco catalogo illustrato, edito da Marsilio Arte, con testi della curatrice Flavia Frigeri, dell’artista Giulia Andreani, di Lauren Elkin, scrittrice e saggista, e di Jennifer Sliwka, storica dell’arte.
Completa la mostra un articolato programma di attività collaterali gratuite, volte ad approfondire e interpretare la pratica e il linguaggio visivo dell’artista, realizzate grazie alla Fondazione Araldi Guinetti, Vaduz.
Dopo Venezia, l’esposizione si sposterà al Museo Guggenheim di Bilbao, dal 17 ottobre 2025 al 22 febbraio 2026.