Margrit Lisner scopre un Michelangelo
Un crocifisso trovato a Firenze può essere un’opera giovanile del Maestro
Da: LIFE 21 Febbraio 1964
Traduzione di Paolo Pianigiani
UN MICHELANGELO DIMENTICATO?
Per anni il crocifisso era rimasto appeso, inosservato, a prendere polvere al buio, nel monastero di Santo Spirito a Firenze. Poi è arrivata la Dr. Margrit Lisner, una storica dell’arte tedesca, ricercatrice di crocifissi del 15° secolo. Ha dato un’occhiata alla scultura di Cristo in legno dipinto ed è arrivata alla sorprendente conclusione: era stata scolpita da Michelangelo!
La Dr. Lisner aveva buone ragioni per la sua affermazione. Gli studiosi d’arte hanno sempre saputo che, nel 1493, quando aveva 18 anni, Michelangelo aveva scolpito un crocifisso ligneo per la chiesa che confinava con il monastero di Santo Spirito.
E’ rimasto appeso sopra l’altare maggiore, fino al 1600, quando è stato rimosso durante i cambiamenti della chiesa. E’ dal 18° secolo, che non è stato più ritrovato. Se la Dr. Lisner ha ragione – e le motivazioni delle pagine seguenti hanno convinto alcuni dei massimi esperti – il crocifisso è una delle più importanti scoperte d’arte del secolo.
E’ anche una fortuna giunta al momento opportuno per Firenze, che questa primavera commemora il 400 ° anniversario della morte di Michelangelo.
Gli indizi storici
Nei primi mesi del 1490, Michelangelo lavorò nel palazzo e nei giardini di Lorenzo de’ Medici, che aveva istituito un’accademia informale in cui gli artisti potevano studiare la sua collezione di scultura antica. Dopo la morte di Lorenzo, nel 1492, Michelangelo andò al Monastero di Santo Spirito e chiese il permesso di effettuare studi anatomici sui cadaveri dell’ospedale del monastero.
In cambio di questo privilegio, il giovane scolpì un crocifisso per il priore di Santo Spirito. Questa era l’unica scultura in legno di cui si aveva notizia, realizzata da Michelangelo. Il corpo era più piccolo rispetto alla grandezza naturale e presumibilmente era stato dipinto secondo l’usanza dei tempi.
Questi fatti erano ben presenti alla Dr. Lisner quando vide il crocifisso nel monastero. La scultura era di legno e più piccola rispetto alla grandezza naturale (quattro piedi e cinque pollici di altezza). Rimase impressionata soprattutto dalla la torsione del corpo, dal modo in cui le gambe erano intrecciate nella direzione opposta a quella della testa.
Questo movimento contrastante, chiamato contrapposto, non si verifica in altri crocifissi appartenenti al 15° secolo (sotto, a sinistra) fino a dopo il 1494.
Si ipotizza che il crocifisso di Michelangelo, che è stato ben visibile in una delle più importanti chiese di Firenze, abbia influenzato in seguito gli artisti. Per supportare la sua teoria, porta ad esempio l’affresco (sotto, a destra), dipinto da Jacopo Pontormo nel 1530, che presenta una notevole somiglianza con il crocifisso di Santo Spirito.
Il monaco Agostiniano, padre Bolognesi, si trova nel corridoio dove è stato trovato il crocifisso controverso. Un altro crocifisso ora si trova sospeso in fondo al corridoio.
Gli esperti che sono in disaccordo con l’attribuzione della Dr. Lisner dicono che la posizione contrapposto era già evidente nel 1480 nel lavoro di Leonardo da Vinci. Quando il Pontormo dipinse il suo affresco, anche altri artisti stavano eseguendo opere simili.
Il fatto che la Crocifissione dipinta assomiglia al crocifisso scolpito potrebbe essere spiegato in un altro modo, dicono le controparti: entrambe le opere furono probabilmente prodotte nello stesso periodo.
Molto improbabile, dice la Dr. Lisner, che cita il rapporto dei tecnici dei laboratori di restauro delle gallerie degli Uffizi di Firenze. Hanno esaminato la vernice sul crocifisso e hanno dichiarato che corrisponde esattamente ai colori finemente macinati utilizzati alla fine del 15° secolo.
Ma la Dr. Lisner trascura di aggiungere che i tecnici, nella stessa la relazione, hanno detto che colori così sottili sono stati usati anche nel 16° secolo.
La Dr. Lisner ha messo a confronto il 15° e il 16° secolo per dimostrare il suo punto di vista. Sul crocifisso fatto all’incirca nel 1445 da Donatello (a sinistra) le gambe e la testa sono allineati.
Nel crocifisso di Santo Spirito (al centro) le gambe sono rivolte dalla parte opposta a quella della testa. Una posizione simile appare nella Crocifissione (a destra) dipinta da Pontormo intorno al 1530.
La Dr Lisner crede che il Pontormo abbia imitato il crocifisso di Santo Spirito.
La Dr. Lisner sostiene la sua teoria confrontando le gambe del crocifisso (a destra) con le gambe di Cristo nella famosa Pietà di Michelangelo (a sinistra). In entrambe le opere le gambe sono simili.
Altri esperti fanno però osservare che la Pietà è scolpita in maniera molto più dettagliata, che mostra le vene, i muscoli, le superfici carnose con dettagli sottili e precisi.
Ma questo potrebbe essere spiegato dal fatto che la Pietà fu scolpita circa cinque anni dopo che Michelangelo ha fatto il suo crocifisso. Nel 1498 aveva acquisito molta più capacità di scultore di quella che aveva a 18 anni.
Alcuni confronti di gambe scolpite
Un argomento chiave della Dr. Lisner si concentra sulla gamba destra del crocifisso (al centro), che si piega e si torce a sinistra. Lei paragona questa posizione a quella del ragazzo (dettaglio, a sinistra) in un rilievo chiamato Madonna della Scala, che Michelangelo ha scolpito nel 1491.
Questo ragazzo, lei dice, piega la gamba più o meno allo stesso modo presente nel crocifisso. Così fa il satiro (a destra), che si trova accanto alla figura di Bacco, una scultura a grandezza naturale che Michelangelo ha scolpito intorno al 1496.
La testa del crocifisso, a parere della Dr. Lisner, è sorprendentemente paragonabile con la testa di Cristo e anche quella della Vergine nella Pietà. Sottolinea il profilo ben definito dei due nasi, l’intaglio di capelli di Cristo, la solennità delle espressioni.
Ma altri esperti considerano il confronto dannoso per la tesi della Dr. Lisner. Essi denigrano il crocifisso, criticando la sua posa rigidamente diritta, il disegno sottile del naso, la bocca in miniatura appiattita e striminzita, i capelli arruffati.
Il crocifisso di Santo Spirito, dicono, non presenta nessuno degli aspetti di modellazione raffinata che caratterizza la Pietà e che hanno reso Michelangelo già famoso all’età di soli 23 anni.
La Battaglia dei Centauri è stata scolpita all’incirca nel 1492, mentre Michelangelo stava studiando arte antica.
Esperti contro Esperti
La scoperta del crocifisso di Santo Spirito ha dato vita a una polemica che può durare per anni. Allineati con la Dr. Lisner sono due studiosi di tutto rispetto, Charles de Tolnay di Princeton e John Pope-Hennessy di Londra.
Entrambi sono rimasti colpiti dal fatto che il crocifisso coincide con documenti storici. Ma le loro analisi del lavoro sono in contrasto.
Pope Hennessy sottolinea il suo “ellenistico, aspetto classico, che è straordinariamente simile alla … Pietà.” De Tolnay, d’altra parte, ritiene che il crocifisso “cerca di seguire le tradizioni gotiche della scultura.”
La discrepanza tra questi due punti di vista non è maggiore del contrasto che esiste tra il crocifisso e il Michelangelo che si conosce nei primi lavori. La sua Madonna della Scala, scolpita quando aveva circa 16 anni, mostra il suo interesse per le forme massicce.
Anche il Gesù Bambino ha il fisico di un pugile. Nella Battaglia dei centauri (sopra), che Michelangelo ha scolpito un anno dopo, i corpi sono ancora più massicci, i muscoli consapevolmente enfatizzati. Queste figure muscolose hanno poco a che vedere con il delicato, con l’effeminato corpo del crocifisso.
Questo è “davvero un piccolo problema”, ammette De Tolnay, e così un ipotizza che Michelangelo avesse prima scolpito il crocifisso rispetto ai rilievi. Forse, ha detto, questo è un precedente lavoro di Michelangelo, di cui nessuno ha mai sentito parlare – una speculazione che elimina automaticamente la connessione fra il crocifisso e la documentazione storica che impressionò De Tolnay la prima volta.
Il professor Ulrich Middeldorf, Direttore dell’Istituto della Storia dell’Arte tedesco di Firenze, pensa che la Dr. Lisner ha sbagliato tutto.
“Una tale ignoranza dell’anatomia e una povertà di modellazione”, dice, “sarebbe stato un regalo molto povero che Michelangelo avrebbe fatto come ricompensa per il permesso di compiere gli studi anatomici nella camera mortuaria dell’ospedale.”
Più moderata è la storica fiorentina Paola Barocchi:
“Si tratta di un pezzo raro e bello … Ma sarebbe da datarsi 40 o 50 anni più tardi rispetto a quanto proposto dalla Dr. Lisner.”
In mezzo a queste turbolenze accademiche, i monaci di Santo Spirito stanno con gli occhi bene aperti. “Sapevamo che era un bel lavoro”, dice padre Renato Bolognesi, “ma non avevamo idea che fosse così prezioso. Ora dicono che vale più di $ 3 milioni “.