Pietro Parenti
S. Croce sull’Arno, 15 Aprile 1875 – Castelfranco di Sotto, 25 Dicembre 1948


Nato a S. Croce sull’Arno da famiglia agiata, vi trascorse una vita densa di attività.
Frequentò l’Accademia di Firenze ed ebbe come maestro Giovanni Fattori.
A Parigi, dove si era recato per studio, ottenne un lusinghiero riconoscimento all’Esposizione Universale del 1900.
Gli aspetti della campagna, il greto dell’Arno e le fatiche dell’uomo furono i temi consueti della sua pittura all’aria aperta.
Fu ritrattista di talento e a sua produzione di “nature morte” è nota per l’ampio respiro e solidità d’impianto; ma fu anche affermato scultore e novelliere apprezzatissimo per la sua fresca spontaneità.
Guido Rubetti, direttore di “Gentilissima”, rivista nella quale furono pubblicati molti dei suoi scritti, gli dedicò un lungo e lusinghiero saggio, intitolato “Un solitario innamorato dell’arte”.
Asterio Mannucci ce lo ricorda:
« … amabilissimo, arguto conversatore, che amava tanto aver circolo, nelle calme sere autunnali, presso i deschetti della calzoleria dell’inesauribile umorista Stefavo di Ganena, sulla piazza de’ Fossi, oggi piazza Matteotti, all’aria aperta, e dove si incontrava e si intratteneva col dinamico, enciclopedico Antonio Traballesi, un altro geniaccio della terra di Santa Croce, giurista, latinista, disegnatore e all’occorrenza architetto e… non molto spesso con la mite poetessa Iside Vanni ».
Morì a Castelfranco di Sotto, dove si era trasferito prima dell’ultimo conflitto.
Il suo studio, con tante opere, manoscritti e testimonianze, fu distrutto da un bombardamento aereo.